Descrizione
Il Municipio
Pastrengo è situato sulle colline moreniche che dividono il fiume Adige dal bacino del Garda, a centocinquanta metri sul mare, diciassette chilometri a nord-ovest da Verona, sempre al centro di una rete importantissima di strade fra il Mantovano e il Tirolo, fra le regioni del Benaco e le città dell’entroterra veneto. E’ un paese in cui, fin dall’antichità, facevano tappa mercanti e soldati in viaggio dalle terre del Centro Europa a quelle del centro Italia. La sua posizione strategica, non sfuggita ai popoli della preistoria e già esaltata in epoca romana, assunse particolare importanza in età longobarda. Qui i longobardi, in un probabile preesistente agglomerato urbano, collocarono un loro presidio militare, tra Adige e Garda, all’incrocio delle strade per Verona, Mantova e Trento, con possibilità di usufruire di risorse d’acqua,abbondanti foraggi e prodotti agricoli. Per questi motivi, per molti secoli le pertinenze di Pastrengo costituirono una ben nota tappa militare, con edificioapposito, situato in località Campara. Il territorio di questo che è uno fra i più piccoli comuni del veronese, gode anche di posizione climatica e panoramica incantevole, tale da avere sempre favorito in un tempo l’agricoltura dell’allevamento del bestiame, nonché l’edilizia residenziale.
Una vista del Baldo da Pastrengo
LE TESTIMONIANZE ARTISTICHE
Sono numerose le testimonianze artistiche che i secoli passati hanno lasciato anche a Pastrengo nei suoi edifici religiosi e civili, e nella suppellettile conservata nelle sue chiese e nelle sue ville.
GLI EDIFICI RELIGIOSI
La Parrocchiale di Piovezzano
Tra gli edifici religiosi va ricordata la chiesa parrocchiale di Pastrengo, dedicata alla Santa Croce ed eretta durante
il diciottesimo secolo (1757) sul luogo di un chiesa precedente. L’altare maggiore con il bellissimo tabernacolo di vari marmi è datato 1788 ed è sovrastato da un eccellente dipinto ad olio con raffigurata “Santa Elena che adora la croce”, opera del pittore veronese Francesco Lorenzi. A fianco di questa tela, sempre nell’abside, vi sono altri due dipinti: un “Cristo e l’adultera” (forse opera del Lonardi, XVII secolo) e una “Casta Susanna davanti ai giudici” (sempre proveniente dalla scuola veronese del XVIII secolo). Sui due lati del presbiterio sono poi collocate altre due belle tele, datate 1726,raffiguranti “L’invenzione della Croce” e “Il segno della Croce che appare a Costantino”, entrambe opere piene di movimento e dipinte con grande bravura. Altri edifici religiosi da ricordare, all’interno del comune di Pastrengo, sono: la chiesa parrocchiale di Piovezzano, eretta alla fine del 1800 sul luogo di una chiesa precedente, nella quale si possono ammirare una pala di Antonio Corte, con Maria e le sante Apollonia e Caterina d’Alessandria, e l’organo costruito da Farinati e inaugurato da Lorenzo Perosi; l’antica chiesa trecentesca (con affreschi quattro-cinquecenteschi) di San Zeno nei pressi di Pastrengo, le due cappelle seicentesche di Ronzetti, la chiesetta settecentesca di San Rocco e il celebre santuario di Santa Maria Assunta di Pol, risalente al XVII secolo, decorato con un ciclo di affreschi di notevole valore.
San Rocco a Pol
GLI EDIFICI CIVILI
Tra gli edifici civili di Pastrengo sono da ricordare: la casa Segattini, la casa Randina, ornata da decorazioni e affreschi gotico-rinascimentali, la villa Scappini e l’edificio retrostante la chiesa di San Zeno. Quest’ultimo, che appartenne all’abbazia di San Zeno quando Pastrengo ne era feudo, è un edificio singolare del XVI secolo. Sul cortile interno si affaccia una doppia loggia che avvicina l’edificio ad analoghe architetture della Valpolicella. E’ dotato di un’alta torre della “il colombaron”, perché adibita a colombaia, eretta sul lato sinistro dell’edificio nello stesso periodo in cui sono state costruite le logge. Al di fuori del paese di Pastrengo, ma sempre all’interno del comune gli edifici di notevole interesse sono: la villa detta del Castello situata su un’altura nei pressi di Piovezzano, la corte di Campara (ex villa di villeggiatura dei conti Nogarola-Maffei, poi trasformata in caserma), il palazzo Bonsaver a Pol, la villa Avesani a Piovezzano, il “telegrafo ottico”, completamente restaurato, sito sul colle omonimo, e i quattro forti edificati dagli austriaci. La scelta della zona di Pastrengo per la costruzione di una piazzaforte di quattro opere, aveva lo scopo di impedire l’aggiramento della piazzaforte principale di Verona. Nel 1866 l’Italia otteneva il Veneto e la piazzaforte stessa compreso il forte in questione e provvide subito a ribaltarne la fronte verso i vecchi proprietari.
ECONOMIA
Pastrengo è uno dei comuni produttori dei vini “Bardolino”, “Bardolino Chiaretto” e “Bianco di Custoza”, a denominazione di origine controllata, esportati in tutto il mondo. Vi sono rilevanti industrie di lavorazione dei marmi, edili e di lavorazione della carta. Assume sempre maggiore importanza l’attività turistica, in chiara fase espansiva, che poggia sulla valorizzazione delle bellezze architettoniche e naturali di Pastrengo, sul Parco Zoo del Garda, sul Parco Natura Viva e sull’Autosafari, e si avvale dell’opera di numerosi ristoranti e alberghi, nei quali si possono gustare le prelibatezze tipiche di queste località: polenta e luccio, luccio in “saor” (macerato),pesce di lago, “bogoni” (lumache) alla borgognona o in salsa, selvaggina, polenta e “usei”, “bigoli” al torchio, “paparele coi fegadini” (tagliatelle confegato di pollo), “cunel” (coniglio), in umido o arrosto.
STORIA DEL COMUNE
Il ritrovamento di reperti archeologici (frammenti d’anfora, coltelli dell’età del bronzo) è indicativo dell’esistenza in Pastrengo di un insediamento preistorico. Durante il IX e X secolo, Pastrengo e Piovezzano(quest’ultima era stata comunità autonoma fino alle innovazioni napoleoniche)facevano parte amministrativamente della cosiddetta Giudicaria Gardense. Poi, fino alla metà del XII secolo, del Comitato di Verona e in seguito del Comune veronese. Pastrengo era però di proprietà del monastero di San Zeno fin dal966, l’esercizio della giurisdizione feudale sul paese da parte del monastero zenoniano, terminò nel 1797 (quando cadde la Repubblica Veneta). I diritto e i privilegi feudali sul paese, propri dell’Abbazia di San Zeno, vennero gestiti dagli avi di Guglielmo da Pastrengo, letterato, giurista e fondatore della prima università di Verona. Le tre guerre risorgimentali dal 1848 al 1866,svoltesi in prevalenza nella zona compresa tra il fiume Mincio, il lago di Garda e il fiume Adige, videro il territorio di Pastrengo percorso e ripercorso dagli eserciti del Regno di Sardegna e dell’Impero d’Austria. In particolare, a Pastrengo si svolse il 30 aprile 1848 la celebre battaglia conosciuta come “La Carica del Carabinieri” a cavallo in difesa del Re Carlo Alberto di Savoia, la cui vita correva pericolo a seguito di un improvviso attacco di tre brigate austriache: i tre squadroni dei carabinieri che accompagnavano re Carlo Alberto di Savoia, comandati dal maggiore Alessandro Negri di Sanfront (1804-1884), impedirono, con una carica, che il sovrano fosse fatto prigioniero. Questa carica contribuì poi a risolvere felicemente le sorti dell’intera battaglia, fino a quel momento non favorevoli alle truppe sardo-piemontesi Il monumento di Pastrengo, opera dello scultore concittadino Romeo Rota, inaugurato il 17 maggio 1925 dal Duca di Bergamo, vuole ricordare con i Caduti del paese anche la gloriosa “Carica dei Carabinieri” di cui ogni anno si celebra solennemente l’anniversario. Per questo motivo, alcuni bassorilievi che abbelliscono la scultura – tra cui le effigi del Re Carlo Alberto e del Maggiore Negri di Sanfront – si riferiscono all’eroico episodio. Anche lo stemma del Comune ricorda in qualche modo il celebre avvenimento. Esso raffigura una collina a tre punte con un pastore munito di bastone in piedi sulla cima centrale più alta, al suo fianco due pecore con stella a sei punte, simbolo di nobiltà e splendore, e sulla sinistra due spade poste in decusse (queste ultime richiamanti proprio la battaglia del 1848). Un ultimo omaggio, come simbolo di celebrazione della Carica di Pastrengo, è stato ideato nell’anno del 150° anniversario dell’evento: si tratta di un francobollo con relativo timbro annullatore. Il francobollo raffigura un particolare del dipinto ad olio “Carica dei Carabinieri a Pastrengo”, realizzato da Sebastiano De Albertis (1828-1897) e custodito nel Museo del Risorgimento di Roma.